Un viaggio alla scoperta dei vini di Meursault

Lo scorso mercoledì ho avuto il privilegio di seguire una degustazione sui vini di Meursault tenuta dai miei colleghi Emanuele e Simone.

Purtroppo non ho avuto ancora occasione di andare di persona in Borgogna, eppure non ho potuto fare a meno di subire anche io il fascino di questi vini, dotati di una finezza ed eleganza senza precedenti.

La serata è stata all’altezza delle mie aspettative: non sono mancate emozioni, sorprese ed interessanti confronti con i colleghi (anche un bel po’ di risate).

Ma tutto questo fa parte del potere che il vino ha di unire di persone, e se poi il vino in questione è un Meursault..anzi, sei Meursault… 

Molto interessante è stato il confronto con i primi quattro vini, provenienti da zone differenti ma della medesima annata, poi il penultimo del 2016 ed infine il 2013 che è stato in assoluto il più sorprendente tutti.

Volete sapere il perché? Andiamo per gradi: spiegherò brevemente le caratteristiche di questo village e perché è ritenuta la zona da cui provengono i migliori vini bianchi al mondo.

Meursault, uno dei più acclamati village di Borgogna

Meursault è il comune viticolo più ampio della Cote de Beaune, si estende per circa 360 ettari vitati e le vigne si trovano ad altitudine compresa tra i 260 ed i 300 metri su livello del mare, a pendenze variabili.

La storia di questo village è antichissima, con i primi interessanti documenti che citano il prestigio e la predisposizione vinicola di questa zona che risalgono al XVII secolo.

Su Meursault si sono espressi importanti scrittori come Courtépée, Béquillet, il dottor Lavalle, Danguy e Aubertin, Rodier, Anny ed Henri Paul Sadrin Cannard. È logico che questi importanti scritti storici fortificano l’identità e l’orgoglio delle tradizioni della zona, ma è fondamentale applicare questi pensieri alle pratiche su cui si fonde la viticoltura moderna di Meursault, che con gli anni ha subito un’inevitabile e profonda trasformazione.

Una terra di bianchi

Meursalut è senza dubbio una terra di vini bianchi dove non mancano produzioni di vini rossi da pinot noir che però sono molto limitate.

Nell’area di Santenots, a confine con Volnay, i vini rossi sono classificati come Volnay AOC nonostante provengano da Meursault. In più, il Village produce quasi il 36% di vini bianchi dell’intera Borgogna.

Il Villaggio di Meursault comprende 19 premier cru e nessun Grand Cru, più svariati Village, alcuni così straordinari da trascendere i migliori Grand Cru della Borgogna. Infatti il terroir di Meursault è complesso e diverso da zona in zona, ma pregiato ovunque.

Tra i Premier Cru più prestigiosi troviamo Les Perrièrs, Les Charmes, Les Genevrières, Les Gouttes d’Or, Les Cras, Les Bouchères. Villages degni di essere notati sono invece Les Narvaux, Le Limosin e Les Vireuils.

L’appellation Meursault nasce negli anni ’30, la sua estensione copre poco meno di 400 ettari di vigne strette tra Volnay a nord e Puligny-Montrachet a sud. Il territorio si può dividere in 6 macro zone differenti:

1- L’area dei Santenots a confine con Volnay, dove per decisione del tribunale di Beaune, i vini bianchi possono essere classificati come AOC Meursault Premier CRu o Villages, mentre i rossi si trovano sotto l’AOC Volnay Premier Cru o Village.

2- È la vasta zona che comprende tutte le parcelle dei “Villages”, che si trovano a bassa quota tra i 225 e 240 m, distribuiti in tutto il comune.

3- La zona dei Villages al alta quota che si trovano sulla collina del Mont Mélian. Qui troviamo lieux-dits di notevole pregio ed eleganza tra cui “Les Narvaux”, uno dei vini in degustazione.

4- I premier crus.

5- le parcelle della zona di Blagny, a confine con Puligny Montrachet.

6- Tutte le altre parcelle non citate in altre parti.

Lo stile dei vini di Meursault

Nell’immaginario comune, lo stereotipo dei vini di Meursault è quello di uno Chardonnay ricco, grasso, complesso, con profumi tipici di burro, nocciola e vaniglia ed una grande predisposizione all’invecchiamento.

Fino ad una ventina di anni fa effettivamente i produttori cercavano di restare fedeli a questo stile enfatizzando la parte più strutturata di questi, ma ultimamente le cose sono cambiate e la tendenza è quella di produrre vini bianchi più equilibrati, freschi e minerali.

La mineralità è una caratteristica fortemente identitaria dei vini di Meursault, conferita dalla tipologia del terreno composto da marne calcaree che godono della presenza di svariati fossili tra cui gli ammoniti, responsabili proprio della mineralità e sapidità di questi vini. Ovviamente i terroir sono differenti da zona a zona.

L’impatto dell’agricoltura biologica e biodinamica rappresenta un altro fattore che ha influito sul cambio di stile dei vini di Maursault, grazie a cui si tende ad assecondare le caratteristiche naturali del terroir, piuttosto che scelte stilistiche forzate.

La degustazione 

Adesso andiamo a scoprire nel dettaglio i vini degustati:

1- Meursault 2019 - Fabien Coche

Ad essere sincera, questo non è stato uno dei miei vini preferiti. Certo, era giusto che fosse così dato che è stato il primo e quindi volutamente il più semplice, eppure dalla prima “sniffata” non mi ha da subito convinta. Sarà che forse mi aspettavo subito una grande eleganza, mentre al naso sono prevalse più note vegetali e agrumate, insieme comunque ad una bella dose di fiori. Effettivamente in bocca si è aperto maggiormente rispetto che al naso, ed è stato comunque un modo molto interessante di iniziare questa degustazione!

2- Meursault “Clos De Murger” 2019 - Albert Grivault

Il “Clos de Murger” è il nome di un village e non di una vigna, perchè il Domaine Albert Grivault ne ha fatto registrare il marchio. Il prestigioso “Clos des Perrieres” è monopole del Domaine Grivault dal 1879, il che ne influisce notevolmente fama ed importanza. Questa bottiglia è stata una delle piacevoli sorprese della serata, per un naso camaleontico che è cambiato 3 o 4 volte man mano che passavano i minuti. All'ingresso il vino ha espresso chiare note minerali, meno frutta e fiori rispetto al primo, poi improvvisamente una nota fortissima di caramello ha invaso le narici. Dopo una decina di minuti si è di nuovo calmato ed è tornato a giocare sulle note minerali, per poi cambiare ancora una volta con un ritorno alla caramella mou e alle note affumicate. Favoloso, l’ho trovato un vino incredibilmente divertente e di carattere.

3- Meursault “Les Narvaux” 2019 - Domaine Ballot-Millot

“Les Narvaux” è la vigna che ho citato tra i Village di assoluto splendore. Si trova molto a Nord, è una vigna tardiva dove le uve vengono raccolte circa una settimana dopo rispetto alle altre, ed è caratterizzata da un suolo pietroso che conferisce intensa mineralità ed eleganza ai vini. Questo vino del Domaine Ballot-Millot, ottenuto da uve totalmente diraspate provenienti da vigne di 50 anni, ha assolutamente rispettato queste tipicità ed è stato una delle bottiglie più chiare, precise ed eleganti di tutta la degustazione. Difficile non apprezzare un vino del genere.

4- Meursault 1er Cru “Les Genevrieres” 2019 - Remi Jobard

Questa bottiglia è stata l’ultima dell’annata 2019 ad essere servita, quasi in contemporanea con la 5° che è una 2016. Mi è dispiaciuto non averla potuta confrontare con le altre 2019 ma con un vino più maturo ed estremamente ricco e corposo, che secondo me ha un po’ coperto le essenze giovanili di questo. Peccato perchè “Les Genevrières” è un’eccezionale vigneto 1er Cru da cui prendono vita vini di strepitosa classe. Di questo vino mi sono rimaste in mente le note di frutti tropicali e sentori balsamici e mentolati, ed un sorso piacevolmente armonico.

5- Meusault 1er Cru “Les Charmes” 2016 - Buisson Charles

Tra tutti, probabilmente questo è il vino che più si accosta a quello stile tradizionale del Meursault di cui ho parlato prima: un vino estremamente ricco già a partire dal colore: un giallo dorato intenso e luminosissimo. Il naso strabordava di frutta matura, miele e vaniglia, per un sorso estremamente ricco e grasso. Delizioso, spiazzante, ma sarà che il mio collega mi ha riempito un po’ troppo il calice, però ad un certo punto quella corposità è risultata eccessiva. A me comunque è piaciuto molto, l’ho trovato un vino regale che mi ha fatto sentire un po’ una principessa.

6- Meursault “Les Tesson” 2013 - Jean Philippe Fichet

Questo è il vino sui cui ho puntato tutte le aspettative della serata, e anche il motivo per cui ero un po’ emozionata. “Le Tesson” è in assoluto il vigneto più rinomato di tutta Meursault, da cui prendono vita vini dal profilo minerale difficile da trovare altrove e dotati di incredibile predisposizione all’invecchiamento. Questo vino mi ha spiazzata, sia perchè se non l’avessi saputo, non avrei mai pensato che fosse una bottiglia di 9 anni: il colore era quasi più chiaro del 2019, ed il naso erano idrocarburi e pietra focaia puri, quasi un Riesling della Mosella.

Degustare questa bottiglia è stato un vero e proprio infanticidio e mi chiedo quanto, stando a queste caratteristiche, può ancora invecchiare un vino così. Secondo me anche 30 anni. Superbo, mi ha lasciato di stucco. 

Questo viaggio tra i vini di Meursault è stata un’esperienza davvero interessante e carica di emozioni, spero di replicare presto, magari con una zona, regione o nazione diversa. Ma tranquilli, vi terrò aggiornati!

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